La Storia della Preghiera dell'Aviatore
La Preghiera degli Aviatori
Vittorio Malpassuti fu l'autore della Preghiera degli Aviatori, preghiera adottata dall'Aeronautica Militare, da recitare nelle cerimonie militari solenni che riguardano la forza armata o i suoi appartenenti, con il testo originario riportato di seguito:
Dio di Grazia e d'Amore, Dio della Primavera che doni l'arcobaleno ai nostri cieli, noi saliamo nella Tua luce, compagni delle allodole e delle rondini, per cantare col rombo dei nostri motori la Tua gloria.
Noi siamo uomini, ma saliamo verso di Te, dimentichi del peso della nostra carne, puri dei nostri peccati e l'azzurro dei Tuoi cieli ed il sangue delle nostre vene hanno lo stesso colore, e Tu Dio dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l'artiglio delle aquile, per portare ovunque Tu doni la luce, l'amore, la bandiera la gloria d'Italia e di Roma.
Fa, nella pace, dei nostri voli il volo più alto. Fa, nella guerra, della nostra forza, la Tua forza, o Signore, perché nessun ombra sfiori la nostra terra e fa, quando sia l'ora, dei Tuoi cieli la nostra corona. E sii con noi come noi siamo con Te, per sempre.
La Preghiera degli Aviatori è esposta nel suo testo originale, su targhe in bronzo (opera del Tenente colonnello Zanelli) presso il palazzo sede dello Stato Maggiore dell'Aeronautica (Sala della Madonna di Loreto) a Roma e presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.
Vittorio Malpassuti (1889-1944) dei marchesi di Montiglio, conte di Andoglio, consignori di Castelcebro, Colcavagno, Cortanze, Montiglio.
Appartenente ad una nobile famiglia del Tortonese in Piemonte della quale si hanno tracce sin dall'anno 1103, nacque a Carbonara Scrivia in provincia di Alessandria. Ai Malpassuti sono intitolate strade e piazze in Tortona e nel Tortonese.
Trascorse un periodo di studi a Londra per poi risiedere a Roma, dove ecletticamente lavorò in diverse discipline artistiche.
Fu molto legato a Gabriele D'Annunzio, che fu padrino di suo figlio Alessio Malpassuti (1927 - 1995). Nell'archivio del Vittoriale è presente un carteggio tra lui ed il Vate, consistente in nr. 4 minute autogr. per telegramma di Gabriele d'Annunzio a Vittorio Malpassuti e nr. 42 documenti tra lettere, telegrammi, cartoline e versi di V. Malpassuti, (alcuni pubblicati in Ivanos Ciani, Fotogrammi dannunziani, Ediars 1999).
Scrisse poesie, testi di lavori lirici, sceneggiature per film collaborando con autori quali Carlo Campogalliani, Marcello Marchesi, Mario Mattoli, Gabriele Varriale. Fu protagonista della storia del doppiaggio italiano, dirigendo i lavori italiani della 20th Century Fox.
La sua prematura scomparsa nel 1944 privò le materie in cui si applicò di un autore dallo stile e dal carattere vividi ed unici.
Stesa dal poeta Vittorio Malpassuti negli anni Venti, la preghiera ebbe una rapidissima diffusione: già il foglio d’ordini del 15 marzo 1925 dava notizia di una tiratura di 8000 esemplari da mettere in vendita a 10 centesimi a favore di opere di beneficienza per gli orfani degli aviatori.
Da allora, attraverso alcune variazioni lessicali volte a mantenere intatte l’attualità e la suggestione, la preghiera ha accompagnato il lungo cammino dell’Aeronautica.
Una di queste trasformazioni è ricordata da Evaristo Reccardini (nato a Udine il 15 ottobre 1914, entrato in Accademia Aeronautica il 4 novembre 1934 quale allievo più giovane del corso Orione e morto per incidente di volo nell’aprile del ’39 a Gorizia. Sua sorella è la madre del Gen. Mario Arpino, prima Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e poi della Difesa), nella lunga lettera con cui il 19 gennaio 1935 raccontava alla famiglia il giuramento del corso Orione.
►Stamane sveglia alle 5,30. Fino alle 8 studio. Alle 8 ci siamo messi in divisa da uscita con cinturone e moschetto. Ed abbiamo iniziata la prova della cerimonia. In questo momento mi fu consegnata una nuova versione della preghiera che dovevo leggere. Ciò mi contrariò perché ormai conoscevo l’altra e ne sapevo la cadenza. La prova ebbe luogo: molto bene. Poco dopo si seppe che alla cerimonia avrebbe presenziato Mussolini, giunto in volo a Capua per la sua prima visita all’Accademia, e che sarebbe stato addirittura padrino del corso Orione.
Io stavo col capo-corso vicino al Comandante. Fu in questo minuto che un tenente si precipitò a portarmi una nuova preghiera corretta dal Duce stesso, secondo il suo modo di vedere. Ebbi appena il tempo di darle una letta che già i tre squilli regolamentari ci facevano scattare sull’attenti. […] Avvenuta la consegna [del gagliardetto al capo-corso da parte di Mussolini] toccava a me iniziare la lettura della preghiera dell’aviatore. Questo fu per me un momento terribile. Secondo quanto il Colonnello aveva stabilito nelle prove io dovevo attendere da lui il segnale della lettura. Fu così che mentre io cercavo lo sguardo del Colonnello incontrai lo sguardo imperioso del Duce che con gesto risoluto mi fece cenno di iniziare.
Quello sguardo, miei carissimi, ebbe l’effetto di incenerirmi per un istante. Sentii il sangue defluire dal cuore: ma per poco, quello sguardo magnetico mi tolse ben presto ogni timore; mi sentii un leone, e con voce potente iniziai la preghiera.
No, il Duce mi fece cenno di fermarmi: non così, verso di Lui, ma verso i miei compagni dovevo rivolgermi. Automaticamente, soggiogato da quello sguardo feci un quarto di giro, e, atteso il comando del presentat-arm, ricominciai: forte e molto bene (ebbi poi le congratulazioni vivissime dei superiori e dai miei compagni).
Dissi così:
Dio di potenza e di gloria
che doni l’arcobaleno ai nostri cieli
noi saliamo nella Tua luce
per cantar col rombo dei nostri motori
la nostra passione.
Noi siamo uomini ma saliamo verso di Te
dimentichi del peso della nostra carne.
Tu, Dio, dacci le ali delle aquile,
lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile,
per portare ovunque Tu doni la luce
la bandiera, la vittoria, la gloria d’Italia e di Roma.
Fa’ nella pace dei nostri voli il volo più ardito;
fa’ nella guerra della nostra forza la Tua forza, o Signore,
perché nessuna ombra sfiori la nostra terra,
e sii con noi, come noi siamo con Te. ◄
Il testo ufficiale, attualmente utilizzato, è stato modificato dopo la seconda guerra mondiale.
Dio di potenza e di gloria
che doni l’arcobaleno ai nostri cieli,
noi saliamo nella Tua luce per cantare
col rombo dei nostri motori,
la Tua gloria e la nostra passione.
Noi siamo uomini ma saliamo verso di Te
dimentichi del peso della nostra carne,
purificati dei nostri peccati.
Tu, Dio, dacci le ali delle aquile,
lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile
per portare, ovunque Tu doni la luce,
l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma.
Fa’, nella pace, dei nostri voli il volo più ardito;
fa’, nella guerra, della nostra forza la Tua forza,
o Signore,
perché nessuna ombra sfiori la nostra terra,
e fa’, quando sia l’ora,
dei tuoi cieli la nostra corona.
E sii con noi come noi siamo con Te,
per sempre.
P. Giuseppe Faraci
Aeronautica Mil. - Loreto
Di seguito si riporta una pergamena con il testo della Preghiera del periodo prebellico
LA PREGHIERA DELL'AVIATORE LETTA DA ARNOLDO FOA'
QUESTA E' LA PREGHIERA DEGLI AVIATORI IN CONGEDO